... pubblicato su “Il Riformista” il 28 marzo 2008.
Dalla breve intervista a cui si sottopone
Craig Venter emerge chiaramente quale sia la ragione che lo spinge ad
intraprendere una carriera da ricercatore e la sua idea riguardo i rapporti
etico - scientifici; veterano della guerra in Vietnam, spiega, si imbatte in un
orrore tale da far nascere in lui un senso di dovere e di passione nei
confronti della vita che lo induce a studiarne la genesi, contrapponendosi alla
morte che ha dovuto affrontare, indagando quindi le ragioni d’origine della
vita e non le cause della fine.
Evidente diviene anche come per lui la
ricerca scientifica non sia finalizzata a se stessa, ma al bene collettivo
delle popolazioni odierne e future: si oppone dunque a qualsiasi tipo di
movimento ideologico che limiti in qualche modo l’azione della scienza,
dichiarando che di fronte al perseguimento di tale bene non esistano ideologie,
motivazioni e scusanti valide ad impedirlo.
Discutibile è il concetto di creare forme
di vita artificiali (a meno che non si tratti di nuovi “organismi” capaci di
combatterne di pericolosi per l’uomo e per la sopravvivenza in generale)
mediante la realizzazione di un cromosoma di sintesi, in quanto il concetto
di artificiale va
contro quello di natura,
intesa come manifestazione di se stessa in tutte le forme viventi; interessante
è, invece, l’idea di una ricerca scientifica svincolata da qualsivoglia
limitazione: Venter sostiene che essa sia valida solo se dettata dalla libertà
di agire e sperimentare. Da qui la precisazione che quei limiti non imposti
legalmente, ideologicamente e materialmente, debbano comunque essere presenti
nella coscienza dell’operatore scientifico, alludendo quindi a un codice etico
non scritto dello scienziato. È qui che Venter carica quest’ultimo di
duplice responsabilità: in primis quella di svolgere con professionalità e
rigore la sua professione, in secondo luogo quella di avere la capacità e la
padronanza di capire a quale punto sia necessario fermarsi, dato che la
manipolazione scientifica conferisce allo scienziato dei poteri concettualmente
non attribuibili all’essere umano (licenza di uccidere la chiama).
Sara Giardina