Difendere la razza ariana dalla degenerazione e favorirne la
crescita! è questo il motto nazista. ‘Il dovere impone quindi lo studio di ogni
possibilità - anche remota - in grado di far compiere passi in avanti verso
questo obiettivo’.
Aktion T4 fu il nome dato, dopo la seconda guerra mondiale, al
Programma nazista di eutanasia che sotto responsabilità medica prevedeva
la soppressione di persone affette da malattie genetiche, inguaribili o da più
o meno gravi malformazioni fisiche ,al fine di attuare l’ ‘igiene razziale’
argomento assai diffuso nella Germania del tempo.
Le prime vittime della
<< pulizia biologica >> sono stati i disabili tedeschi all'interno
del piano di eutanasia, lo scoppio della guerra offrì agli scienziati l'occasione di occuparsi delle
"razze inferiori": degli ebrei, degli zingari, degli slavi.
Un incredibile "materiale umano" diviene
improvvisamente disponibile per poter dimostrare sul campo le teorie genetiche
che gli scienziati nazisti avevano
elaborato.
L'idea nazista di eugenetica è riassunta nelle parole di
Heinrich Wilhelm Kranz (1897-1945) direttore dell'Istituto di Eugenetica
dell'Università di Giessen: "Esiste un numero assai elevato di persone
che, pur non essendo passibili di pena, sono da considerarsi veri e propri
parassiti, scorie dell'umanità. Si tratta di una moltitudine di
disadattati che può raggiungere il milione, la cui predisposizione
ereditaria può essere debellata solo attraverso la loro eliminazione dal
processo riproduttivo". Il primo
passo verso l'attuazione del piano di eutanasia si ebbe nel 1933 con
l'emanazione della "Legge sulla prevenzione della nascita di persone
affette da malattie ereditarie". La legge del 1933 di fatto autorizzava la
sterilizzazione forzata delle persone ritenute portatrici di malattie
ereditarie. Si stima che l'esecuzione del programma sia costata la vita di
oltre 200.000 persone.
In un giorno come oggi, è importante ricordare e riflettere su come i concetti di eugenetica
ed eutanasia furono utilizzati nel clima nazista, in cui si applicavano nel
totale rispetto delle leggi. Si può giustificare questo orrore? Può il ricordo scuotere le coscienze di
quanti, oggi, considerano l’uomo mero oggetto di sperimentazione?
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