JWG

Ein Lehrer, der das Gefühl an einer einzigen guten Tat, an einem einzigen guten Gedicht erwecken kann, leistet mehr als einer, der uns ganze Reihen untergeordneter Naturbildungen der Gestalt und dem Namen nach überliefert. J.W.G.

venerdì 4 gennaio 2013

Vita artificiale!


« Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. [...] Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. »
Piergiorgio Welby

  Le nuove tecnologie permettono interventi sempre più efficaci sul nostro corpo, oggi noi allunghiamo artificialmente la vita anche quando i trattamenti non giovano più al malato. Ma non sempre è possibile sapere se un intervento è ancora utile o meno.
Forse le nostre macchine non sono sempre così efficaci. Perché noi ci ostiniamo a proseguire queste terapie inutili? Perché non lasciamo libero il corso della vita? Perché non accettiamo il fatto che la morte non si può impedire? A mio avviso le nostre macchine si sostituiscono a noi stessi senza tener conto della nostra dignità. È più importante la qualità non la quantità della vita. L’accanimento terapeutico può giovare realmente al paziente oppure conduce ad una sopravvivenza dolorosa e gravosa e all’insorgere di ulteriori nuove patologie? Sottolineo sopravvivere, non vivere.
Tra qualche anno parleremo ancora di “morte naturale”?
La vita  continua anche attraverso un monitor dal quale però non trapassano parole, emozioni, pensieri. Quando parliamo di malattie incurabili, il paziente non è il solo protagonista del calvario ma i parenti dei pazienti diventano a loro volta dei pazienti. E nel momento in cui ci chiediamo se è più giusto mantenerli in vita o lasciare libero il corso della storia, non sarebbe più giusto domandarci se è veramente possibile ridargli una speranza di vita. E se non ne abbiamo le capacità è giusto continuare ad insistere?
Mi sono posta questi interrogativi dopo aver visto uno dei film che ha consigliato il professore lo scorso anno, Million Dollar Baby uscito nel 2004 e diretto da Clint Eastwood. Dopo aver letto la trama credo sia interessante anche il film Mare Dentro di Alejandro Amenàbar.

Milena Perrone

2 commenti:

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  2. I problemi dell'accanimento terapeutico consistono nei rischi che il paziente può incontrare, come ad esempio una maggiore sofferenza. Ma è presente anche un altro interrogativo: l'eutanasia equivale ad un omicidio?
    Riporto la descrizione, del dizionario, di questo termine: "ANTICIPAZIONE, con mezzi indolori, DELLA MORTE di un ammalato inguaribile e tormentato dal male".
    Io personalmente non saprei cosa fare.
    È un bene far cessare di soffrire una persona malata, ma dall'altra parte ciò è giusto? è etico?

    Quando hai scritto "Perché non accettiamo il fatto che la morte non si può impedire? [...] È più importante la qualità non la quantità della vita.", mi sono venute in mente le parole di un personaggio (destinato, per la sua appartenenza ad un rango elevato, a vivere per sempre) del film di "In time": "Non siamo fatti per vivere così! Non possiamo vivere per sempre! Anche se mi sto chiedendo papà...se tu abbia vissuto un giorno nella tua vita".

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