JWG

Ein Lehrer, der das Gefühl an einer einzigen guten Tat, an einem einzigen guten Gedicht erwecken kann, leistet mehr als einer, der uns ganze Reihen untergeordneter Naturbildungen der Gestalt und dem Namen nach überliefert. J.W.G.

venerdì 4 gennaio 2013

Rifondare la morale comune; è giusto o sbagliato?

Sono venuta a conoscenza di un libro, intitolato "Ripensare alla vita" ed ho cercato di informarmi riguardo all'autore Peter Singer ed alle sue riflessioni, le quali condivisibili o meno, credo valga la pena trattare e porre su di esse una particolare attenzione. Egli, filosofo australiano, si sofferma su diversi temi che abbracciano una vasta gamma di problematiche, dall'etica nel suo più ampio e astratto significato sino all'applicazione di essa. In modo particolare, la tesi centrale dello suo scritto e del suo pensiero, fa riferimento alla volontà di voler scardinare quelli che sono i principi chiave ed assoluti del passato -la vecchia morale-, cercando di andare oltre e superarli. Non solo, Singer afferma che sia necessario che tali concezioni etiche di base ereditate dalla storia e dagli ideali religiosi, debbano essere modificate e riformulate; per questa ragione, rielabora alcuni "vecchi" principi proponendone di "nuovi".
-Primo comandamento vecchio:
"tratta tutte le vite umane come dotate di egual valore"
-Primo comandamento nuovo:
"riconosci che il valore della vita umana varia"
Con questa nuova idea, il filosofo, sottolinea che la vita di ognuno abbia un rilievo ed una considerazione variabili e ciò non significa che l'autore voglia giustificare chi tende ad agire sulla vita di qualcuno, ma che la volontà di essa stessa, dipende esclusivamente dal soggetto in questione e dalla condizione particolare di sofferenza che questi si troverebbere ad affrontare. 
-Secondo comandamento vecchio:
"non sopprimere mai intenzionalmente una vita umana innocente"
Secondo comandamento nuovo:
"assumiti la responsabilità delle conseguenze delle tue decisioni"
In questo caso, ho rivolto la mia attenzione ad una delle frasi che Singer scrive: "soffrire e morire di fame, freddo e malattia è un male" di conseguenza "se è in nostro potere impedire un male, senza con ciò sacrificare nulla che abbia un'analoga importanza morale, siamo difronte all'obbligo morale di agire”. Egli esorta pertanto, ad abbandonare la tradizionale concezione di carità e pensare ad esempio, che chi vive in paesi ricchi e molto sviluppati, ha l'obbligo di occuparsi di quelli che al contrario non lo sono, prendersi cura dei paesi poveri e della loro condizione di certo maggiormente disagiata; non farlo è per l'autore un male, e si è quindi responsabili di ciò che avremmo potuto impedire o semplicemente fare.
-Terzo comandamento vecchio: 
"non toglierti mai la vita e cerca sempre di evitare che lo facciano altri"
-Terzo comandamento nuovo:
"Rispetta il desiderio delle persone di vivere e di morire"
Il terzo principio, è forse quello su cui ho avuto modo di riflettere maggiormente, e molto spesso a non riuscire a darmi una risposta che fosse valida e precisa sotto tutti gli aspetti; questo perchè, da cristina cattolica, non sono in grado ancora, di esprimere un giudizio che sia pienamente legittimo ed apprezzabile. E' opportuno a questo proposito, sostenere l'eutanasia sostituendo, come quanto detto da Singer, all'etica della sacralità della vita, un'etica che sia volta alla qualità della vita stessa? E' realmente giusto considerare intoccabile e non "manipolabile" il progetto di vita di un individuo, tenendo conto che tra le varie scelte di questi, potrebbe esserci quella di non voler vivere più a causa delle condizioni particolari di sofferenza, che non trovano riscontro con il modo in cui aveva desiderato condurre la propria vita? Con tale pensiero Singer, fa un'ulteriore modifica alla definizione stessa di persona, intesa secondo la sua opinione come "un essere capace di pensare il futuro, di avere bisogni e desideri". A livello logistico, dal momento che i bambini non presentano ancora niente di tutto questo, potrebbe sembrare meno grave il gesto di uccidere quest'ultimo, 
malato o meno, rispetto ad un essere dotato di senso dell'esitenza e del tempo, che invece è animato da una profonda volontà di vivere. E proprio secondo questa considerazione, il filosofo, accetta e giustifica in alcuni casi particolari l'aborto, quando si tratta ad esempio della nascita di bambini disabili che saranno costretti nella loro vita ad affrontare difficoltà e disagi piuttosto gravi, permettendo la nascita di individui che al contrario saranno caratterizzati da un'opportunità di felicità. In questo caso, però, non credo che si possa generalizzare tale pensiero, in quanto secondo la mia opinione non si potrebbe, a prescindere, uccidere una vita solamente perchè è stata diagnosticata una malattia; anche un bambino affetto da una determinata sindrome dovrebbe essere rispettato ed essergli concessa la possibilità di venire alla luce, nonostante le circostanze ed alcuni problemi susseguitisi, non gli l'abbiano "aiutato".
-Quarto comandamento vecchio 
"crescete e moltiplicatevi"
-Quarto comandamento nuovo 
"metti al mondo bambini solo se sono desiderati"
In continuità con il terzo principio, quest'ultimo fa riferimento alla concezione che Singer ha relativamente all'aborto. Il feto è privo di alcun tipo di autocoscienza, di pensieri razionali ed emotivi e non è in grado pertanto di provare sofferenza, ma sempre in riferimento a quanto accennavo, non si tratta sempre di una vita, alla quale viene stroncata immediatamente la possibilità di far parte del mondo? Al tempo stesso, però, ho cercato e cerco di riflettere su come sia importante anche in questo caso non rendere il problema generale, piuttosto far presente e considerare quanto possano essere rilevanti le circostanze. Mi chiedo ad esempio, come potrebbe una donna riuscire a fare da mamma al suo bambino, nel momento in cui si trova a dover affrontare una gravidanza frutto di violenze? Se si facesse riferimento ai principi religiosi, l'aborto sarebbe completamente la soluzione da evitare, ma in quest'ultimo caso io ho molti dubbi su come effettivamente sarebbe opportuno affrontare un bambino non desiderato. Ho posto a me stessa diverse domande, nei confronti delle quali mi trovo ancora incapace di riuscire a ricercare delle risposte piuttosto precise. 
-Quinto comandamento vecchio 
"tratta ogni vita umana come più preziosa di ogni vita non umana"
-Quinto comandamento nuovo 
"non operare discriminazioni sulla base della specie"
In quest'ultimo caso, infine, Peter Singer mette in rilievo la condanna ad esempio della vivisezione, dello sfruttamento intensivo degli animali negli allevamenti e dei possibili cambiamenti nei menù delle nostre tavole; parla a tal proposito di specismo che egli definisce come un "pregiudizio o atteggiamento di prevenzione a favore degli interessi dei membri della propria specie e a sfavore di quelli dei membri di altre specie". Si chiede come sia possibile, o semplicemente perchè debba essere una concezione scontata, non applicare un'equa morale ad ogni essere senziente; la nostra preoccupazione degli altri pertanto, dovrebbe prescindere dalle specifiche capacità di ciascuno.
Dovrebbe continuare ad esserci, pertanto, un'etica statica oppure coerentemente all'attuale pratica medica ed al corrente comportamento della gente, essa dovrebbe essere mutata?

                                                                                          Mariagiovanna Malara

1 commento:

  1. Allo stesso modo il filosofo James Rachels discute il progetto di "Sacralità della vita", leggittimando aborto, eutanasia o qualsiasi altra forma di usccisione se la persona in questione non è soggetto della propria vita. Un bambino malformato che a causa dei suoi problemi non pu vivere come i coetanei oppure un uomo in coma irreversibile, perchè dovrebbero continuare a soffrire? E fatta la distinzione tra la concezione biografica e biologica dell' avere una vita e dell' essere vivi, egli afferma fermamente che in questi casi l' uccisione, valutate le possibili alternative, potrebbe essere effettivamente l' unico metodo efficace. Da cristiana cattolica, tanto quanto te, mi chiedo cosa sia giusto per un uomo: ucciderlo o far valere il concetto di vita in quanto sacra? La medicina odierna riuscirebbe sicuramente a portare avanti gli esempi sopra citati anche per decine di anni, ma in questi casi ha maggior valore la "qualità"? Sono questi gli esempi più banali che ci inducono a pensare quanto sia variegata ed eterogenea la mentalità dell' uomo circa i problemi che riguardano la sua stessa esistenza. E penso che cio' possa rappresentare un grave problema per noi, uomini e donne del domani, che siamo bombardati da questa ossessionante scelta.

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