JWG

Ein Lehrer, der das Gefühl an einer einzigen guten Tat, an einem einzigen guten Gedicht erwecken kann, leistet mehr als einer, der uns ganze Reihen untergeordneter Naturbildungen der Gestalt und dem Namen nach überliefert. J.W.G.

lunedì 28 gennaio 2013

Riflessione sulla bioetica cattolica.

Nella bioetica cattolica il punto cardine su cui ruotano i vari ragionamenti è la “sacralità della vita”. Dal libro “Bioetica laica e bioetica cattolica” di G.Fornero mi ha colpito la dichiarazione del Concilio Vaticano II, che è poi il riassunto complessivo di tutta la bioetica cattolica, la quale si esprime così: <<Norma suprema della vita umana è la legge divina, eterna, oggettiva e universale, per mezzo della quale Iddio, con sapienza e amore, ordina, dirige e governa l’universo e la società umana.>> Quindi per “sacralità della vita”, anche alla luce di tale dichiarazione, io intendo la vita come un qualcosa di invalicabile, qualcosa che ha dell’onnipotente al suo interno, qualcosa che risulta immacolato, come se la vita stessa dovesse essere vissuta come un dono, come qualcosa di estraneo che non ci appartiene e di cui si ha quasi paura di “usare” come propria, con la propria testa e la propria morale. Seguendo il corso, leggendo i libri consigliati e non solo, sorge spontanea una questione: come riesce a rientrare in tutto questo discorso bioetico-cattolico il libero arbitrio? Come può l’uomo fare tutto ciò che vuole se deve “trattare” la sua stessa vita come se sua non fosse? Sarebbe contraddittorio avere la possibilità di scegliere ciò che si vuole su qualcosa che non è di appartenenza propria (la vita), eppure è lo stesso Dio cristiano che ci ha fornito la vita (parlando da un punto di vista cattolico) ed è sempre lo stesso Dio cristiano a fornirci il libero arbitrio... Cercando di conciliare entrambe le cose, mi viene da pensare che è anche in casi cruciali ed estremi come l'eutanasia che Dio ci ha concessi il libero arbitrio, proprio perchè si potesse decidere cosa è "meglio", appunto, decidere secondo la coscienza di una persona che ama. Tutto questo, a mio avviso, viene sempre inquadrato sotto un profilo prettamente cattolico, e la bioetica laica neppure esisterebbe.

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