JWG

Ein Lehrer, der das Gefühl an einer einzigen guten Tat, an einem einzigen guten Gedicht erwecken kann, leistet mehr als einer, der uns ganze Reihen untergeordneter Naturbildungen der Gestalt und dem Namen nach überliefert. J.W.G.

lunedì 21 gennaio 2013

Commento sul film “In Time” di Andrew Niccol.



Salve, ragazzi e ragazze interessati a temi di bioetica. Il professore a lezione aveva consigliato la visione di alcuni film. Recentemente ho visto “In Time” di Andrew Niccol e ho pensato di presentarlo a tutti nel migliore dei modi, sperando di suscitare in voi la voglia di vederlo. Riporterò frasi tratte dal film che per me hanno un significato profondo, e cercherò di sviluppare le tematiche a mio avviso presenti in esso. Sarò lieta di conoscere anche qualche vostro commento sul film, non teso a screditare il mio piccolo contributo.

Will Salas: <<Ho poco tempo. Non ho tempo per capire come sia successo, funziona così. Siamo geneticamente progettati per smettere di invecchiare a venticinque anni. Il problema è che viviamo solo un altro anno se non guadagniamo altro tempo. Il tempo è la valuta in corso. Lo guadagniamo e lo spendiamo. I ricchi possono vivere per sempre, invece noi… voglio solo svegliarmi senza che il tempo mi sfugga dalle mani>>.

Il tempo è denaro per Will Salas e gli abitanti di una zona povera della città di Dyton, denominata “il ghetto”. La storia è ambientata in un futuro non troppo lontano, in un’epoca in cui la cosa più importante non è il cibo, i soldi, ma il tempo. Per evitare la sovrappopolazione, il tempo è diventato la valuta con cui la gente viene pagata per il proprio lavoro ed è il mezzo di pagamento per beni di prima necessità e di lusso. Will Salas è abitante di un mondo in cui è stato isolato e sconfitto il gene dell’invecchiamento, e in cui l’uomo è stato geneticamente progettato per vivere fino a venticinque anni. Alla nascita gli uomini possiedono un orologio corporeo al polso e allo scattare del venticinquesimo compleanno, l’orologio inizia a scandire i secondi di un ultimo anno di vita. Da quel momento inizia una folle corsa per la sopravvivenza alla ricerca di tempo da guadagnare con ogni mezzo, sia lecito che illecito. I secondi, i minuti, le ore scorrono inesorabili, in una continua lotta per la sopravvivenza.
In Time, a mio avviso, è un bel racconto che raffigura inquietanti situazioni che ricordano caste e complotti presenti nel nostro mondo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dove a rappresentare il potere è il tempo e non il denaro, localizzato in enormi quantità in mano a pochi. A fare da sfondo alla vicenda è il profondo divario tra i ricchi che possono permettersi di vivere per sempre, e poveri, che come Will Salas, sono costretti a correre e lottare per avere un’ora in più e subire inermi le conseguenze di questo ingiusto sistema. Tra le vittime innocenti di questo sistema va ricordato suo padre ucciso da ignoti perché aveva regalato minuti preziosi ai più bisognosi e sua la madre morta perché aveva esaurito il suo tempo.

Dopo aver visto il film, ho pensato alla scelta fatta dal regista di mettere in scena quella che se non altro è un’allegorica critica alla società moderna in cui gli uomini sono tutti uguali sulla carta, ma hanno diritti diversi. Il dialogo più significativo, a mio giudizio si ha quando Will Salas incontra un uomo, Henry Hamilton, che gli regala più di un secolo di vita prima di suicidarsi perché stanco di vivere in un mondo pieno di ingiustizie.

Henry Hamilton: <<Arriva un giorno in cui ne hai abbastanza. La mente può essere esaurita anche se il corpo non lo è, e vogliamo morire, dobbiamo farlo>>.
Will Salas: <<È questo il tuo problema? Hai vissuto troppo a lungo? Hai mai conosciuto qualcuno che è morto?>>.
Henry Hamilton: << Per pochi immortali la maggioranza deve morire>>.
Will Salas: <<Questo che significa?>>
Henry Hamilton: <<Tu proprio non lo sai, vero? Non possono vivere tutti in eterno, dove li metteremmo? Perché esistono le zone orarie? Perché credi che le tasse e i prezzi aumentino nello stesso giorno nel ghetto? Il costo della vita aumenta per far si che la gente continui a morire o non esisterebbero uomini con milioni di anni e altri che vivono alla giornata. Ma la verità è che ce ne sarebbe per tutti, nessuno deve morire prima del tempo. Se tu avessi tanto tempo quanto ne ho io su quell’orologio, che cosa faresti?>>
Will Salas: <<Smetterei di guardarlo. Posso dirti, se avessi tutto quel tempo di certo non lo sprecherei.>>
 
E così Will Salas fece, non si approfittò della fortunata occasione che gli si era presentata davanti per interesse personale, ma la sfruttò per aiutare le persone bisognose distribuendo loro il tempo, seguendo l’esempio del padre.
Per prima cosa aspira a entrare nel mondo degli immortali ed è proprio qui che incontra Silvia, figlia di uno dei più ricchi impresari e potenti monopolizzatori del tempo.
Silvia invidia Will e le persone del “ghetto” perché mettono a rischio la loro vita tutti i giorni, hanno qualcosa di emozionante da raccontare, mentre lei è stanca di vivere una vita senza emozioni. Ed è proprio dall’incontro con Will che nasce in lei il desiderio di mettersi in gioco e di rischiare la sua immortalità.

Silvia: <<Ti ho visto correre. Mi ricorda le persone che vengono dal ghetto, alcune volte le invidio>>.
Will: <<Tu non sai niente>>.
Silvia: <<A no? L’orologio non è un bene per nessuno. I poveri muoiono e i ricchi non vivono. Possiamo vivere in eterno basta che non commettiamo sciocchezze. Questo non ti spaventa? Che forse non farai mai qualche sciocchezza o qualcosa di coraggioso per cui ne valga la pena? >>.

Le parole di Silvia ci fanno riflettere su un aspetto importante, cioè che vivere a lungo non equivale necessariamente a vivere bene, avere del tempo a disposizione non significa sapere come impiegarlo o sentirsi comunque appagati, soddisfatti. Lei è costretta a vivere una vita che la fa sentire in prigione: è ricca, può avere tutto il tempo che vuole, può vivere una vita da immortale, ma deve stare attenta a tutto ciò che fa, non può mettersi in situazioni che la mettono a rischio e quindi questo la porta a non vivere appieno la sua vita. E’ come dire al giorno d’oggi che i soldi non conducono necessariamente alla felicità.
Mi ha colpito molto la diversa personalità dei due protagonisti: Will sa come usare il tempo che ha a disposizione senza sprecarlo, mentre Silva non trova un senso alla propria vita e quindi non sa come impiegare il suo tempo. Questo film mi ha fatto molto riflettere sul senso della vita che è fragile, sulla caducità dell’esistenza umana, che richiama alla mia mente la similitudine delle foglie, che dopo l’arrivo dell’autunno ad una ad una si staccano dal ramo e giacciono a terra. Ma ciò che mi fa maggiormente pensare è che la vita dell’uomo per quanto fragile possa essere, non è poi così breve. Come diceva Seneca, al contrario, la vita è molto lunga, siamo noi a renderla breve sprecando il tempo. Il problema non è avere poco tempo, la verità è che ne perdiamo molto e l’unica cosa che ci resta da fare è impiegarlo nel miglior modo possibile.

Non dovremmo pensare troppo al tempo che passa inesorabile e continuare a lamentarci della durata delle giornate, ma solo migliorarne la qualità. Come diceva Seneca “il tempo è un’entità fugace e soltanto il saggio riesce a cogliere la vera essenza”. Bisognerebbe "cogliere l'attimo", e “vivere alla giornata", proprio come esortava Orazio, confidando il meno possibile nel domani. Ognuno di noi dovrebbe sempre cercare di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano ogni giorno, gestire in modo responsabile la propria vita e il proprio tempo, perché quest’ultimo è fugace. Mi ha colpito il forte senso di umanità e di giustizia che è presente nel protagonista che mi ricorda molto la figura di Robin Hood che rubava ai ricchi per donare ai poveri. Ammiro Will per il suo coraggio e per la sua astuzia perché muove le pedine in modo da fare scacco matto ad un sistema gestito dai pochi uomini potenti, un sistema che rispecchia molto la nostra realtà, piena di ingiustizie, di problemi, di malcontenti dovuti alla mal distribuzione delle ricchezze concentrate nelle mani di pochi, che governano il mondo e prendono decisioni a loro piacimento, e le cui conseguenze ricadono sul mondo intero. Will non è soltanto un personaggio di un film ma rappresenta un eroe che noi tutti vorremmo conoscere, e lottare insieme a lui per avere un mondo più giusto ed equo. La speranza di Will di riuscire a sovvertire il potere è anche la speranza che accomuna tutti noi che rappresentiamo le persone comuni, non potenti ma ricche di sogni, ideali e valori veri, e che sperano in un futuro migliore e privo d’ingiustizie e in cui venga garantita una vita dignitosa a tutti.

1 commento:

  1. Anch'io recentemente ho visto questo film e devo dire che non mi sono pentita di averlo scelto.Anzi..è un film ricco di significato,fatto molto bene. Devo dire che leggendo il tuo commento mi sono accorta che a stupirci sono state più o meno le stesse parti e che entrambe abbiamo avuto diciamo gli stessi pensieri. Come citavi prima la speranza di Will è quella di cercare di cambiare un pò la situazione,ovvero di cercare di creare un equilibrio tra chi vive una vita agiata e chi invece e meno fortunato..è un pò quello che speriamo tutti anche oggi!Non rubare ai ricchi per interessi personali ma per condividerli con chi è meno fortunato. Se immagino la situazione del film nella nostra società,ovvero che la valuta fosse il tempo e non il denaro,penso che ci sarebbe una strage nel vero senso della parola.Già,oggi,per denaro si fa d tutto...immagino che succederebbe,anzi cosa sarebbe disposta a fare certa gente pur di guadagnare tempo e vivere più a lungo.

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